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Un uomo devastato da un caso di coscienza, che seppur combattuto dalla tentazione di ricorrere alla giustizia privata, mascherata da apparente legalità, resta pur sempre e solo un uomo non disposto a farsi schiacciare dal potere di una giustizia borbonica privatistica e disumana divenendo così portatore di sentimenti nobili e di grande rettitudine morale. Il giudice Cantelli vive e opera a Palermo sotto il giogo dell'oppressore bornonico, all'interno dei moti "liberaleschi" e popolari del 1847/48 che da lì a poco porteranno il 27 maggio del 1860 Garibaldi a liberare la città in ginocchio da secoli di tirannia. All'interno del romanzo è presente anche il contesto storico, teatro della narrazione fedelmente trascritto da "Storia di Sicilia dalla preistoria al fascismo" di Luigi Natoli (Ciuni Editore - 1935).